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Industria 4.0: quanto vale il mercato italiano?

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Industria 4.0: quanto vale il mercato italiano?

I dati dell’Osservatorio Transizione Industria 4.0

Il mercato italiano dell’Industria 4.0 raggiunge i 4,1 miliardi di € nel 2020, registrando un +8% sul dato del 2019. La ricerca 2020/2021 pubblicata di recente dall’Osservatorio Transizione Industria 4.0 mostra, infatti, che “L’emergenza non ha arrestato la crescita dell’Industria 4.0, a conferma del fatto che non è stata una moda passeggera ma una progettualità che sta rinnovando il settore industriale italiano in modo persistente”.

La ricerca approfondisce le tematiche vicine all’Industria 4.0 che riguardano principalmente le aziende manifatturiere. L’obiettivo è quello di analizzare l’evoluzione delle innovazioni digitali e monitorare la diffusione della tematica industria 4.0, mappando e analizzando le best practice aziendali.

Sono tre i temi approfonditi nella ricerca: i servizi per l’efficienza dei processi, il contributo del digitale alla sostenibilità e l’industrial smart working.

 

Quali sono i principali risultati della ricerca 2020/2021

Dalla ricerca emerge che:

  • Il 77% degli investimenti 4.0 effettuati dalle imprese manifatturiere riguarda l’Industrial Internet of Things e le Industrial Analytics che sono quindi le tecnologie più ampiamente ricercate;
  • I Servizi 4.0 hanno raggiunto circa 275 milioni di € (+8% rispetto al 2019), spinti soprattutto dalla consulenza operativa, mentre la consulenza strategica trova ancora poco spazio;
  • Anche se i due terzi delle aziende analizzate già utilizza beni strumentali e software, le opportunità offerte dalla connessione dei macchinari sono ancora poco sfruttate;
  • Circa il 15% delle imprese manifatturiere ha già terminato progetti di sostenibilità;
  • Il 37% delle aziende ha introdotto forme di flessibilità nella gestione degli orari di lavoro e il 40% delle attività di formazione sono state remotizzate.

 

In particolare, la ricerca dell’Osservatorio Transizione 4.0 evidenza l’importante ruolo che hanno le tecnologie 4.0 nell’ambito della sostenibilità. Le imprese manifatturiere, infatti, sono sempre più consapevoli del vantaggio competitivo che offre l’impegno alla sostenibilità.

Diventare sostenibile, ormai, è un’esigenza dettata direttamente dal mercato e le imprese stanno sfruttando le tecnologie digitali per cogliere questo vantaggio competitivo. […] Le aree potenzialmente più interessate all’impiego delle Smart Technologies per la sostenibilità sono il monitoraggio dei consumi nella gestione delle operations e la gestione della fine vita del prodotto.

Diventare sostenibile, ormai, è un’esigenza dettata direttamente dal mercato e le imprese stanno sfruttando le tecnologie digitali per cogliere questo vantaggio competitivo. […] Le aree potenzialmente più interessate all’impiego delle Smart Technologies per la sostenibilità sono il monitoraggio dei consumi nella gestione delle operations e la gestione della fine vita del prodotto.

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Inoltre, la ricerca evidenza che le principali motivazioni che spingono le imprese ad investire in sostenibilità sono:

  • La possibilità di anticipare le tendenze di mercato;
  • La necessità di rispondere alle richieste di clienti sempre più esigenti;
  • L’importanza di costruire l’immagine di un marchio sostenibile.

 

Rimangono, tuttavia, delle importanti barriere nell’utilizzo del digitale per uno sviluppo aziendale sostenibile. In particolare, le criticità maggiormente riscontrate in quest’ambito sono: la mancanza di una cultura aziendale della sostenibilità; la mancanza di indicatori che colleghino la performance di sostenibilità al valore di un’azienda e le difficoltà a comprendere quali siano i benefici attesi.

Ricordiamo che la sostenibilità è uno dei pilastri su cui poggia il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Per questo motivo l’articolo 17 del regolamento tassonomia verde UE 2020/852 stabilisce che tutte le spese finanziate a beneficio delle imprese dovranno essere coerenti con i principi del “non arrecare un danno significativo” (Do not significant harm – DNSH). Il primo a inserire il requisito è stato il Simest ma la regola è valida per tutto il perimetro del PNRR.

Incentivi del Piano Transizione 4.0: a che punto sono le imprese?

 

 

L’indagine svolta dall’Osservatorio Transizione Industria 4.0 evidenzia che l’83% delle imprese intervistate conosce il Credito d’Imposta per investimenti in beni strumentali; il 55% conosce il Credito d’Imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica e design; il 52% conosce il Credito d’Imposta Formazione 4.0.

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Il Piano Transizione 4.0 è la politica industriale che supporta le imprese che investono in innovazione, digitalizzazione e sostenibilità. Il piano prevede 3 incentivi:

In aggiunta, la ricerca dell’Osservatorio Transizione Industria 4.0 evidenzia la necessità per le imprese di un maggior sviluppo degli incentivi del Piano Transizione 4.0 e di una possibile aggiunta di ulteriori forme di incentivo che accompagni la crescita del mercato.

In attesa della pubblicazione della Legge di Bilancio, che comprende anche le misure del Piano Transizione 4.0, e di tutte le opportunità derivanti dai fondi del PNRR è importante rimanere costantemente aggiornati e pre-valutare con tempestività gli investimenti da fare.

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